Il premio Nobel 2017 per la chimica è dislessico. E l’ha scritto con orgoglio sul curriculum

Jacques Dubochet dichiara che il disturbo dell’apprendimento gli ha permesso di “andare male in tutto, ma anche di capire quelli che hanno difficoltà”

One of the three winners of the 2017 Nobel Prize in Chemistry, Swiss Scientist Jacques Dubochet poses for a picture after he gave lectures at the Lausanne University on the day after the prize's announcement on October 5, 2017 in Lausanne. Jacques Dubochet, Joachim Frank and Richard Henderson were awarded the Nobel Chemistry Prize for cryo-electron microscopy, a simpler and better method for imaging tiny, frozen molecules. Thanks to their team's new 'cool method', involving electron beams to photograph bits of cells, 'researchers can now routinely produce three-dimensional structures of biomolecules', the Nobel chemistry committee said. / AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

Non è il primo dislessico a vincere un premio Nobel, ma è il primo Nobel ad aver scritto dichiarato la sua dislessia sul curriculum. Jacques Dubochet, professore di biochimica all’università di Losanna e, da qualche giorno, premio Nobel per la chimica 2017, ha scritto a chiare lettere sul documento di essere “il primo dislessico certificato nel cantone di Vaud”, in Svizzera. La dislessia, infatti, gli è stata diagnosticata nel 1955, quando aveva 14 anni.Questo disturbo dell’apprendimento, continua il professore sul cv, “mi ha permesso di andare male in tutto, ma anche di capire quelli che hanno difficoltà”.

A segnalare la cosa Carlotta Jesi, giornalista e autrice di un libro sui bambini dislessici. La notizia è stata diffusa proprio in occasione della Settimana Nazionale della Dislessia, che termina l’8 ottobre.

Prima di Dubochet, in altro dislessico aveva vinto l’ambito riconoscimento: si tratta di Albert Einstein, nobel per la fisica nel 1921. “Nei viaggi in macchina facciamo il gioco dei dislessici famosi. Rafforza l’autostima. Però la prima volta che ho detto a mio figlio che Einstein da bambino aveva la pagella zeppa di 5 e poi ha vinto il Nobel, lui ha fatto spallucce: a dodici anni del “poi” non te importa niente, conta solo l’adesso”, spiega Carlotta Jesi. I suoi due bambini sono entrambi dislessici.

“Quando citi ai ragazzi questi esempi alti, il rischio è che appaiano lontani, lui invece (Dubochet, ndr) si mette terra a terra ed esplicita le difficoltà che ha avuto, non le nasconde. Infine quel dire che grazie alla dislessia “capisco chi ha difficoltà'” è meraviglioso, è un messaggio straordinario di un professore ai suoi alunni”, conclude Jesi.